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Quando abbiamo smesso di capire il mondo: Il 24 dicembre del 1915, mentre prendeva il tÃ¨ nel suo appartamento di Berlino, Albert Einstein ricevette una busta inviata dalle trincee della prima guerra mondiale. La busta aveva attraversato un continente in fiamme; era sporca, stropicciata e coperta di fango. Un angolo era stato strappato via, e il nome del mittente era nascosto da una macchia di sangue. Einstein la prese con i guanti e l'aprÃ¬ con un coltello. La lettera conteneva l'ultima scintilla di un genio: Karl Schwarzschild, astronomo, fisico, matematico e tenente dell'esercito tedesco. Â«Come puÃ² vedere, nonostante gli intensi combattimenti, la guerra Ã¨ stata sufficientemente buona con me da permettermi di fuggire da tutto e fare questa breve incursione nel paese delle sue ideeÂ». CosÃ¬ si chiudeva la lettera che Einstein lesse stupefatto, non perchÃ© uno degli scienziati piÃ¹ rispettati della Germania fosse al comando di un'unitÃ di artiglieria sul fronte russo, e nemmeno per le raccomandazioni criptiche dell'amico su una prossima catastrofe, ma per quello che era scritto sul retro: in una grafia talmente minuscola che Einstein dovette usare una lente d'ingrandimento per decifrarla, Schwarzschild gli aveva inviato la prima soluzione esatta alle equazioni della teoria della relativitÃ generale.