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Descrizione del libro

Pronunciato nel 1980, durante la prima decade di studi di Cerisy-la-Salle dedicata al suo lavoro, questo testo di Jacques Derrida Ã¨, a un tempo, una riflessione su quanto compiuto e un'anticipazione di quanto, all'epoca, era ancora a venire, a partire dalla questione del tono in filosofia: tono che Ã¨ da subito appello, ingiunzione, indirizzo verso quell'altro irriducibile e inappropriabile ma, per questo, necessario: Â«Sarete forse tentati di chiamare questo il disastro, la catastrofe, l'apocalisse. Ora in realtÃ si annuncia qui, promessa o minaccia, un'apocalisse senza apocalisse, un'apocalisse senza visione, senza veritÃ , senza rivelazione, degli invii (perchÃ© il "vieni" Ã¨ plurale in sÃ©), degli indirizzi senza messaggio e senza destinazione, senza destinatore o destinatario decidibile, senza giudizio finale, senza altra escatologia che il tono del "Vieni", la sua stessa differÃ¦nza, un'apocalisse al di lÃ del bene e del male. "Vieni" non annuncia tale o talaltra apocalisse: risuona giÃ con un certo tono, Ã¨ in se stesso l'apocalisse dell'apocalisse, Vieni Ã¨ apocalitticoÂ».