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La conversione di Costantino al cristianesimo Ã¨ uno degli avvenimenti decisivi della storia mondiale. Nel 309 e nel 311 due feroci persecuzioni avevano provocato migliaia di vittime tra i seguaci del nuovo culto e solo una piccola percentuale degli abitanti dell'immenso impero era di religione cristiana. Ottant'anni dopo il paganesimo sarebbe stato vietato, scomparendo per sempre dalla storia. Paul Veyne individua le ragioni di quella svolta epocale: le cause storiche, che affondano le radici nella situazione politica dell'impero romano; ma anche le motivazioni personali, radicate nella psicologia di un sovrano che si riteneva il salvatore dell'umanitÃ e che fu dunque in grado di compiere un gesto di straordinaria audacia. Questo studio ricostruisce la cornice di quella rivoluzione politica, culturale e religiosa, e ne analizza le conseguenze. La cristianizzazione dell'impero seguÃ¬ un cammino tortuoso, che portÃ² alla sintesi tra due sistemi di valori, cambiando profondamente sia la romanitÃ sia la Chiesa, che convertÃ¬ milioni di persone senza fare martiri. Ma quel processo lasciÃ² anche cicatrici profonde: l'antisemitismo cristiano iniziÃ² proprio allora a sedimentare i suoi veleni. Senza dimenticare che quegli eventi cosÃ¬ lontani nel tempo riverberano ancora nel dibattito politico, come conferma la discussione sulle radici cristiane dell'Europa. Una visione documentata e a tratti provocatoria di sul rapporto tra ideologia e religione, monoteismo e psicologia, tra storia e politica.