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Descrizione del libro

Il 9 maggio 1997 Marta Russo viene uccisa da un colpo di pistola in un vialetto della cittÃ universitaria di Roma. La scena del crimine Ã¨ particolarmente complessa perchÃ© su quel vialetto si affacciano piÃ¹ di cento finestre e passano ogni giorno moltissime persone. L'arma del delitto non si trova, il movente Ã¨ inspiegabile e l'attenzione mediatica Ã¨ senza precedenti. Inizialmente i sospetti si concentrano su un bagno al piano terra accanto al magazzino della ditta di pulizie. I dipendenti lo chiamano Â«il deposito delle munizioniÂ», hanno il porto d'armi e sparano al poligono. Il caso sembra chiuso, quando la scientifica scopre una particella di polvere da sparo sul davanzale dell'aula 6, al primo piano di un edificio arancione. Questo granello di polvere, insieme ad alcune testimonianze contraddittorie, porta alla condanna di due assistenti universitari, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, nonostante non conoscessero la vittima e non avessero un movente per ucciderla. La perizia della scientifica perÃ² Ã¨ sbagliata: il granello di polvere non Ã¨ con certezza un residuo di sparo, potrebbe essere quello dei freni di una vecchia Panda. Sono passati piÃ¹ di vent'anni e questo caso suscita ancora tante domande, come ha confermato il successo della serie audio da cui il libro Ã¨ tratto. Chiara Lalli e Cecilia Sala hanno parlato con i protagonisti di questa storia, con i due condannati e con i loro accusatori. Hanno cercato negli archivi i documenti e le registrazioni dell'epoca, hanno analizzato i risultati della perizia con degli esperti. Hanno ricostruito le indagini e il processo, per vedere se tutto tornava. Il risultato Ã¨ un'inchiesta tanto avvincente quanto angosciante. Ai dubbi specifici, molti dei quali rimangono senza risposta, si aggiunge la piÃ¹ spaventosa delle domande: se il caso Marta Russo fosse un errore giudiziario? Se un giorno fossimo noi a trovarci Â«schiacciati da una macchina inadeguata e incapace di correggersiÂ»?