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Sull'estetica giapponese: La ricerca della bellezza sembra avere compenetrato in Giappone gli ambiti piÃ¹ diversi: non solo la pittura, la scultura, le arti applicate, o il teatro e la letteratura. Anche il semplice spazio della vita domestica, il ristretto giardino che lo circonda, la disposizione dei fiori, la cerimonia del tÃ¨, sono divenuti oggetto di un investimento estetico intenso e prolungato. Ma quali sensibilitÃ e quali concetti sono alla base di questo impegno costante? Quando si scrive di estetica giapponese, le convenzioni utilizzate in Occidente - ordine, successione logica, simmetria - impongono all'argomento un punto di vista che non gli appartiene. L'estetica orientale suggerisce, tra le altre cose, l'idea che una struttura ordinata intrappoli, che l'esposizione logica falsifichi e che una discussione lineare alla fine limiti. Il godimento estetico riconosce schemi artistici, ma essi non possono essere nÃ© troppo rigidi nÃ© troppo ristretti. E quindi piÃ¹ facile riuscire a definire l'estetica giapponese attraverso una rete di associazioni costituite da elenchi e da annotazioni legate tra loro in modo intuitivo, che formano lo sfondo dal quale emergerÃ l'argomento in esame. CosÃ¬ si regola, in questo libro, Donald Richie, costruendo un saggio, breve ma folgorante, su una costellazione di parole collegate ("wabi, sabi, awarcfÃ¹ryÃ¹ e yÃ¹gen"), talvolta enigmatiche, spesso sfuggenti, eppure tutte sottilmente rivelatrici.