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Descrizione del libro

Roma, 9 ottobre 1982. Dal Tempio Maggiore, la principale sinagoga della Capitale, sta uscendo una piccola folla di persone. Ãˆ una bella giornata di sole e si Ã¨ appena conclusa la funzione per la festa ebraica di SheminÃ¬ 'Atzeret. All'improvviso un'esplosione scuote l'aria. Â«Ci stanno tirando i sassi!Â» grida qualcuno. Ma non sono sassi. Sono bombe a mano che un commando di terroristi palestinesi sta scagliando su donne, uomini e bambini. Il piccolo Stefano Gaj TachÃ©, di due anni, viene colpito mortalmente alla testa. Quel giorno del 1982, Gadiel Gaj TachÃ©, il fratello di Stefano, aveva solo quattro anni e anche lui, come molti, fu gravemente ferito e la sua vita stravolta per sempre. Ecco perchÃ© queste pagine non sono la semplice ricostruzione di uno degli atti terroristici piÃ¹ feroci della storia italiana del Novecento. Tutt'altro. "Il silenzio che urla" Ã¨ un atto d'accusa nei confronti di chi in quegli anni ignorÃ² o addirittura fomentÃ² l'odio contro gli ebrei, ma Ã¨ anche - e soprattutto - un diario intimo di dolore, rabbia e speranza: dolore per una tragedia che ha segnato irrimediabilmente le esistenze di una famiglia e di un'intera ComunitÃ , rabbia per una veritÃ che - dopo quarant'anni! - tarda ancora ad affiorare, e speranza che il ricordo di quanto avvenuto il 9 ottobre 1982 diventi una memoria collettiva in grado di proteggerci dai germi dell'antisemitismo.