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Descrizione del libro

Ultor patriaeque domusque, Â«vendicatore e della patria e della famigliaÂ»: cosÃ¬ il poeta Silio Italico definisce Publio Cornelio Scipione, testimone della peggiore disfatta della storia militare romana, che raccolse l'ereditÃ del padre ucciso in battaglia e dedicÃ² la vita a rovesciare le sorti della Â«guerra annibalicaÂ», la seconda guerra punica, titanico scontro di potenze per il predominio sul Mediterraneo antico. Scipione riuscÃ¬ a ottenere il comando militare in Spagna pur essendo ancora giovane e inesperto; diede prova di eccezionali qualitÃ militari, concludendo in quattro anni una campagna difficile; riuscÃ¬ poi a imporre la propria strategia, portando la guerra in Africa e costringendo il governo di Cartagine a richiamare in patria Annibale. La patria non gli dimostrÃ² la riconoscenza che meritava. Cosa che rende ancora piÃ¹ interessante il suo personaggio: perchÃ© Scipione visse sul confine tra due mondi, anticipando con la sua ambizione e il suo carattere sia la crisi del vecchio sia molti aspetti peculiari del nuovo. Da un lato, infatti, resisteva ancora la res publica arcaica, dove ogni deviazione dal rigido costume degli antichi era considerata con sospetto; dall'altro si apriva l'orizzonte del dominio imperiale sul Mediterraneo, ingentilito dalla cultura ellenistica, raffinato e cosmopolita, ricolmo di ricchezze materiali e spirituali come il forziere di un tesoro. Da comandante militare fu capace di offrire alla patria la possibilitÃ di conquistare quell'orizzonte; da politico troppo moderno per i suoi tempi venne sconfitto e costretto a ritirarsi dalla vita pubblica senza raccogliere i frutti della vittoria.