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Descrizione del libro

"Esiste una misura nelle cose; esistono determinati confini al di lÃ ed al di qua dei quali non puÃ² esservi il giusto" scriveva il poeta Orazio. 'Aurea mediocritas', il senso della misura. CosÃ¬ gli antichi definivano la virtÃ¹. GiÃ , perchÃ© l'uomo virtuoso era tale in quanto riusciva a mantenere un equilibrio tra due punti antipodali, espressione di eccessi ed in quanto tali biasimabili. In questo senso per Aristotele la virtÃ¹ etica era essenzialmente medietÃ cioÃ¨ disposizione a perseguire il giusto medio tra due malvezzi: uno tale perchÃ© in eccesso ed uno tale perchÃ© in difetto. "La virtÃ¹, dunque, Ã¨ una disposizione concernente la scelta, consistente in una medietÃ in rapporto a noi, determinata in base ad un criterio, e precisamente al criterio in base al quale la determinerebbe l'uomo saggio. MedietÃ tra due vizi, tra quello per eccesso e quello per difetto; e inoltre Ã¨ medietÃ per il fatto che alcuni vizi restano al di sotto e altri stanno al di sopra di ciÃ² che si deve, sia nelle passioni sia nelle azioni, mentre la virtÃ¹ trova e sceglie il mezzo". Dunque "i Greci onoravano il finito" scriveva Hegel nelle sue 'Lezioni sulla storia della filosofia'. L'uomo greco doveva conoscere i propri limiti, rispettarli ed imparare a non oltrepassarli. Il Tempio di Apollo a Delfi dava il benvenuto ai propri ospiti con un'iscrizione: "Conosci te stesso". Con questa affermazione che aveva tutte le caratteristiche di una sentenza Apollo ricordava agli uomini di stare al proprio posto, di riconoscere la propria finitezza ed inferioritÃ rispetto agli DÃ¨i dell'Olimpo. [...] (dall'Introduzione)