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Descrizione del libro

"Se le competenze di settore non sono morte, sono perÃ² nei guai. Qualcosa Ã¨ andato terribilmente storto. Oggi l'America Ã¨ un Paese ossessionato dal culto della propria ignoranza. Il punto non Ã¨ soltanto che la popolazione non ne sa molto di scienze, di politica o di geografia (di fatto Ã¨ cosÃ¬, ma Ã¨ un vecchio problema). E, in veritÃ , non Ã¨ neanche un problema, poichÃ© viviamo in una societÃ che funziona grazie alla divisione del lavoro, sistema ideato per liberare ciascuno di noi dalla necessitÃ di sapere tutto. I piloti fanno volare gli aeroplani, gli avvocati dibattono le cause legali, i medici prescrivono farmaci. Nessuno di noi Ã¨ Leonardo da Vinci, che dipingeva la Gioconda al mattino e progettava elicotteri di notte. E cosÃ¬ dev'essere. No, il problema piÃ¹ grande Ã¨ che siamo orgogliosi di non sapere le cose. Gli americani sono arrivati a considerare l'ignoranza, soprattutto su ciÃ² che riguarda la politica pubblica, una vera e propria virtÃ¹. Per gli americani rifiutare l'opinione degli esperti significa affermare la propria autonomia, un modo per isolare il proprio ego sempre piÃ¹ fragile e non sentirsi dire che stanno sbagliando qualcosa. Ãˆ una nuova Dichiarazione di indipendenza: non riteniamo piÃ¹ ovvie queste veritÃ , le consideriamo tutte ovvie, anche quelle che vere non sono. Tutte le cose sono conoscibili e ogni opinione su un qualsiasi argomento vale quanto quella di chiunque altro. Non siamo di fronte alla tradizionale avversione americana per gli intellettuali e i sapientoni. Sono un professore e lo capisco bene: alla maggior parte delle persone i professori non piacciono. Quel che Ã¨ peggio, oggi a colpirmi non Ã¨ tanto il fatto che la gente rifiuti la competenza, ma che lo faccia con tanta frequenza e su cosÃ¬ tante questioni, e con una tale rabbia. Di nuovo, forse gli attacchi alla competenza sono piÃ¹ evidenti per via dell'onnipresenza di internet, dell'indisciplina che governa le conversazioni sui social media o delle sollecitazioni poste dal ciclo di notizie ventiquattr'ore su ventiquattro. Ma l'arroganza e la ferocia di questo nuovo rifiuto della competenza indicano, almeno per me, che il punto non Ã¨ piÃ¹ non fidarsi di qualcosa, metterla in discussione o cercare alternative: Ã¨ una miscela di narcisismo e disprezzo per il sapere specialistico, come se quest'ultimo fosse una specie di esercizio di autorealizzazione."