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Descrizione del libro

Ãˆ facile fare l'insegnante... a parole. CosÃ¬ come Ã¨ facile fare lo scolaro, lo studente... sempre a parole. E allora, perchÃ© la scuola non funziona? PerchÃ©, prima ancora degli edifici fatiscenti, sta lasciando andare in rovina gli spiriti, gli slanci, la spinta motivazionale? PerchÃ© ha dimenticato di essere un'istituzione fatta di persone e non di programmi. Sono persone i bambini e i ragazzi, con le loro fatiche e potenzialitÃ . Sono persone gli insegnanti, con le loro capacitÃ e fragilitÃ . Ma la scuola, per come funziona e per come sta diventando, non valorizza i primi e non gratifica i secondi. Risultato: troppi ragazzi parcheggiati tra i banchi, se non addirittura violenti, o disperati. E troppi insegnanti stanchi e in affanno, se non addirittura cattivi e tossici. Il rischio, per tutti, Ã¨ di non farcela a sopportare lo stress. Ed ecco che l'abbandono scolastico Ã¨ diventato una vera emergenza: quello degli studenti ma anche quello di tanti docenti che gettano la spugna e, in silenzio, si ritirano. Ãˆ successo a Cristina Petit, che con sofferenza ha lasciato il suo mestiere di maestra per seguire altre strade. E che in questo acceso, accorato libro racconta quella scelta e traccia un percorso attraverso vent'anni vissuti in un luogo che Ã¨ e rimane per tutti l'unica possibilitÃ di crescita personale e civile. Petit non fa sconti: agli ignavi, ai frustrati, ai Â«cattiviÂ» che inquinano le aule. E invita a tornare su un campo che abbiamo dimenticato, per troppo tempo, di coltivare: quello dell'emozione e del desiderio. Questa Ã¨ la sua ultima lettera d'amore alla scuola: un'istituzione che ha ancora molto da offrire ma che ha anche molto bisogno di cambiare.