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Descrizione del libro

Scrivere oggi di Â«camminiÂ» e Â«pellegrinaggiÂ» Ã¨ rischioso: la bibliografia Ã¨ ormai a dir poco sterminata (non c'Ã¨ libreria che non abbia uno scaffale dedicato) e poi tra siti, blog attivi, riviste specializzate, serate a tema, ecc. c'Ã¨ di tutto e di piÃ¹. Da un punto di vista "confessionale", inoltre, il tema Ã¨ stato da sempre visto come Â«pellegrinaggioÂ» in senso stretto (e costretto) e sviscerato in tutti i modi. Moltissimi ormai Â«camminanoÂ», e ognuno s'Ã¨ fatto la propria esperienza e ha maturato le proprie idee in proposito. PerchÃ© allora dedicare una monografia al tema? PerchÃ© paradossalmente manca del tutto una riflessione proprio in quello che ci coinvolge e ci compete: l'approfondimento teologico e spirituale (con annessi pastorali). In tal senso il fascicolo parte assumendo la categoria esodale per un nuovo discorso su Dio, un'adeguata teologia e quindi una pertinente antropologia ed ecclesiologia. Per dirla brutalmente: Dio non Ã¨ un motore immobile. Ma cosa ci dice di lui il fatto che egli Ã¨ "in movimento" (Deus viator)? Qual Ã¨ in tal senso l'esperienza di GesÃ¹? I cristiani, poi, dovrebbero essere Â«quelli della viaÂ» (At 9,2) e la chiesa (popolo in cammino) una comunitÃ Â«in uscitaÂ» tra andare e stare... Insomma, se camminare rende liberi, rende anche piÃ¹ religiosi, piÃ¹ credenti, piÃ¹ cristiani, piÃ¹ fratelli, piÃ¹ umani...