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Il sangue dei vinti: Â«Il sangue dei vinti ha rappresentato la prima presa d'atto collettiva che esistevano una serie di episodi che non erano stati mai portati al vaglio della coscienza nazionale. Pagine di storia oscurata o rimossa.Â» Sono parole di Ernesto Galli della Loggia, in un colloquio con Luca Telese per la prefazione a questo volume. A vent'anni dalla prima edizione, "Il sangue dei vinti" continua a parlare a tutti gli italiani di memoria negata, della resa dei conti che seguÃ¬ ai giorni della Liberazione, delle pagine piÃ¹ oscure della Resistenza vittoriosa sui nazifascisti. Lo scriveva lo stesso Pansa nell'avvertenza alla prima edizione: voleva Â«spalancare una porta rimasta sbarrata per quasi sessant'anniÂ». Un risultato raggiunto, che ha innescato un lungo percorso autoriale, il Â«ciclo dei vintiÂ» che restituisce dignitÃ alle vittime e agli sconfitti della guerra civile. Un percorso, d'altra parte, che avrÃ esiti divisivi per la societÃ italiana e che segnerÃ profondamente lo stesso Pansa, attaccato su piÃ¹ fronti, e molto tenacemente dalla Â«suaÂ» sinistra, per la scelta Â«revisionistaÂ» di raccontare, senza tabÃ¹ ma con accortezza storiografica, misfatti, vendette, eccidi, rappresaglie compiute dai partigiani. Un'avventura editoriale che, come scrive Telese, ha fatto di Giampaolo Pansa un Â«Achab all'inseguimento della balena bianca della guerra civileÂ». E solo la sua morte, nel 2020, Â«ha schiodato dall'albero maestro il doblone d'oro che Giampaolo aveva piantato, a martellate, esattamente vent'anni prima. Usando come chiodo il libro che oggi avete tra le maniÂ».