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Avete indovinato è un figlio di Palermo, l'uomo, l'artista, il mito, il trito, di cui vi voglio parlare, sprigionato da questa storia trionfante, feroce e contorta, dove è accaduto tutto e nulla e oggi convivono, gomito a gomito, a parole e gesti di grandi raffinatezze e movenze antropologiche, sensibilità raffinate e sensualità rituali, in luoghi in cui le virtualità, ipertecnologiche e metafisiche si fondono con il banditore di noccioline: un figlio profondamente radicato nel modo di vedere, che condivide con un modo di sentire, che lo rende enigmaticamente legato al suo locale, alla sua identità, tra Garraffello, Papireto e Alloro, ma se necessario fiondato sul mondo intero, che per questo, appare ed è forte, come certe interpretazioni del teatro edoardiano e riesce a parlare a tanti, di latitudini e longitudini diverse, perchè non si traveste da altro, per apparire più appetibile, ma si spoglia in modo che anche quelli che hanno poca vista, possono vederlo nella sua integrità. Un figlio, ma anche un padre, un fratello, in mezzo alle sue tante opere, dove spesso si indovina la sua sagoma, che è sempre dentro, anche quando non si vede. In uno dei suoi ultimi quadri, s'è servito di Giuseppe, suo figlio, per non essere lui a guardare l'alveare di pietre e macchine, di fari lunghi e ombre furtive, ma con uno sguardo ambiguo, che non guarda fuori e non guarda nemmeno dentro, forse..., provo ad indovinare, guarda il futuro: non è male e non è poco. (F.G.M)